Silenzio

Liberamente ispirato a “Hamelin” di Juan Mayorga

Progetto didattico diretto da Adriano Iurissevich con la collaborazione di Giuseppe Emiliani

Supervisione costumi Licia Lucchese

con

Federico Bedocchi

Maria Cristina Fiorentin

Chiara Giani Tagliabue

Mattia Giordano

Milena Lonardoni

Florina Alexandra Lovin

Niccolò Pace

Emilia Piz

Giulio Santolini

Martina Testa

Stefano Tumicelli

 

Teatro Junghans (Venezia, Giudecca)

 

Venerdì 6 e sabato 7 Marzo 2015 ore 20.30

Domenica 8 Marzo 2015 ore 17.00

 

Ingresso libero

Posti limitati: si consiglia la prenotazione

 

“…Io sto cercando la verità, l’origine del male”. Questo dichiara il giudice Montero, protagonista di Hamelin, opera del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga, parabola contemporanea che prende il nome dal pifferaio di Hamelin.  In questa ricerca di assoluto il giudice si impegna ossessivamente, mentre indaga su un caso di pedofilia.

Hamelin però non è tout court un discorso sulla pedofilia, bensì una profondissima riflessione sulle responsabilità del mondo adulto verso i bambini, nonché sul gracile confine che separa innocenza e colpevolezza, giustizia e giustizialismo, bene e male e sui meccanismi di costruzione del capro espiatorio in un mondo in cui …tutti vogliamo sentirci innocenti…e ognuno si fabbrica verità ad uso personale e autoassolutorio .

Hamelin è un’opera sul linguaggio, su…come si forma e su come ammala il linguaggio…su come l’esercizio repressivo del potere si manifesta attraverso la mistificazione della parola. Ma la parola stessa può trovare riscatto attraverso la sua funzione creatrice, nel momento in cui permetta di fare leva sull’immaginazione dello spettatore, uno spettatore non semplice ricettore passivo di incantamenti tecnici e mediatici, ma costantemente chiamato  a riflettere, fare scelte, prendere decisioni, colmare i vuoti, riconoscere i propri giudizi e pregiudizi, secondo la definizione dell’autore per cui “il Teatro avviene nel pubblico”.

Da ciò naturalmente consegue una scelta formale (dichiarata nella scrittura dall’autore e in scena dal suo rappresentante, il didascalista) che determina una messa in scena priva di tutti gli “orpelli” classici del teatro (costumi, scenografia, luci) per una essenzialità responsabilizzante, e insieme ludica e immaginativa.

Teatro della Polis, teatro critico, elaboratore di idee, teatro parte integrante del contesto sociale in cui nasce, teatro necessario, oggi.

Presentare questo testo all’interno di una scuola di teatro, al di là della complessa e azzardata sfida interpretativa proposta agli allievi attori, è un invito a loro stessi, attori culturali del domani, a rappresentare e mantenere presenti e vivi nella società quei valori etici che sono origine, fondamento e motivazione del Teatro.

 

With the support of:

Teatro Junghans